Corte del Giglio

Il nome oggi attribuito alla corte è una scorretta interpretazione del nome della nobile famiglia desenzanese che qui tenne la dimora estiva fin dalla fine del XVI secolo.
La famiglia Zilio (detta più tardi anche Gilio), di origine veneta, era infatti già insediata a Desenzano nel 1566 ed alcuni suoi membri ricoprirono cariche di rilievo nell'amministrazione del Comune.
La cascina sorge quasi al vertice del secondo gradino morenico e domina sull'ampio avvallamento dove é posto l'abitato di Vaccarolo. È composta da tre parti che delimitano i lati della "corte": la parte rustica, destinata ai coloni ed alle stalle, dà sulla strada pubblica con l'ingresso carraio, la parte padronale, di chiarissimo impianto seicentesco, si affaccia sulla vallata godendo di un panorama incomparabile, la terza e formata da un elegantissimo porticato con arcate impostate su esili colonne di pietra: sembra incredibile che una struttura così elegante fosse destinata al ricovero degli attrezzi agricoli. Il quarto lato é formato da una muraglia interrotta da un’alta struttura arcuata che si apre verso i campi. Di fronte a questa, sull'altro lato un‘altra apertura analoga mette in comunicazione con la chiesetta padronale che, come corpo aggiunto si affaccia sulla valle.
La chiesa, dedicata a S. Carlo Borromeo, fu costruita nel 1708 per volontà di Teodoro Gilio.
Rimase aperta al culto fino agli anni Sessanta, quando, presa più volte di mira dai vandali, venne spogliata degli arredi, messi in salvo presso l'Ospedale Civile di Castiglione delle Stiviere che ne era proprietario: qui si trova ancora la settecentesca pala dell'altare raffigurante S. Carlo che venera la Madonna.
Negli anni Ottanta, tutta la corte, compresa la piccola chiesa, è stata accuratamente restaurata.